L’Emilia-Romagna, è conosciuta nel mondo principalmente per due cose: i motori e il cibo. In questo articolo non parlerò di motori: parlerò del buon cibo emiliano.
La mia città, Parma, ha visto la nascita di alcuni dei più importanti brand legati al cibo, come Barilla, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma.
Le motivazioni per cui ho voluto scrivere questo articolo sono duplici, la prima è stata la mia personale scoperta che esiste il Parmigiano Reggiano di montagna, che è diverso dal più noto e conosciuto marchio Parmigiano Reggiano, il “fratello” di pianura; la seconda è stata che, viaggiando per lavoro e vacanza per il mondo ho potuto constatare che esistono molti fake di Parmigiano Reggiano, chiamati Parmesan o Parmesan Cheese, che fanno leva sull’Italian sounding ma che non hanno nulla a che fare con le fragranze e i sapori del Parmigiano Reggiano originale.
Il Parmigiano Reggiano ha origini antichissime: si racconta che nel Medioevo dei monaci benedettini producessero qualcosa di simile, dovendo trovare un modo per far durare il formaggio il più a lungo possibile; ma le prime testimonianze storiche di commercializzazione documentate sono del 1200 con un atto notarile in cui si parla di “caseus parmensis”.
Il marchio Parmigiano Reggiano come prodotto di montagna ha origini molto più recenti: è infatti in un decreto del 2013 con regolamento UE 1151/12, che compare la dicitura “Prodotto di Montagna” per classificare i prodotti alimentari aventi origine nelle aree di montagna dell’Unione Europea.
La nascita di questo brand aveva lo scopo primario di incentivare le persone a vivere nelle zone rurali degli Appennini, per preservare e curare il territorio e cercare di valorizzare il lavoro degli artigiani e contadini delle zone di montagna prospicenti la pianura padana, nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna.
Allevare il bestiame e raccogliere il foraggio in montagna è più faticoso e costoso rispetto alla pianura ed i produttori che già producevano formaggio in passato erano in difficolta dal punto di vista economico se confrontati con gli allevatori e casari di pianura; infatti creando il marchio si è potuto valorizzare le differenze reali che esistono nel prodotto di montagna rispetto a quello di pianura. Il microclima, con escursioni termiche notevoli, che incide durante le fasi di stagionatura del formaggio e la differente tipologia di foraggio che cresce in altura, unite alle abilità di alcuni casari, danno origine ad un prodotto molto diverso rispetto al “fratello” di pianura, producendo un prodotto unico ed eccezionale.
Per potersi fregiare del marchio blu stilizzato con le due montagne Progetto Qualità “prodotto di montagna”, il Consorzio Parmigiano Reggiano e i produttori devono attenersi alle ferree regole del consorzio:
– gli allevamenti dei produttori di latte destinato ad essere trasformato in formaggio che in seguito diventerà “Parmigiano Reggiano prodotto di montagna” devono essere all’interno delle zone di montagna;
– nell’alimentazione dei bovini da latte che è trasformato in formaggio atto a divenire “Parmigiano Reggiano prodotto di montagna”, il 60% della materia secca, su base annua, dell’alimentazione deve provenire da zone di montagna;
– gli stabilimenti produttivi dei caseifici che lavorano il formaggio atto a divenire “Parmigiano Reggiano prodotto di montagna” devono essere nelle zone di montagna;
– ogni fase relativa al latte idoneo ai sensi dei punti precedenti alla produzione in formaggio atto a divenire “Parmigiano Reggiano prodotto di montagna” (raccolta latte, introduzione in caseificio, riposo notturno nelle vasche, lavorazione in caldaia ed ogni altra fase ammessa dal disciplinare) avviene separatamente e autonomamente rispetto al latte non idoneo alla trasformazione in formaggio atto a divenire “Parmigiano Reggiano prodotto di montagna”, con annotazione sul “Registro di produzione”;
– la stagionatura minima (12 mesi) della forma di formaggio atto a divenire “Parmigiano Reggiano prodotto di montagna” ha luogo in stabilimenti ubicati all’interno delle zone di montagna.
Si consideri che attualmente sono solo 110 i caseifici che si possono fregiare del marchio. Infatti, purtroppo, il numero di forme prodotte è molto esiguo.
Nelle sezioni specifiche del sito, altri articoli e/o video descriveranno un viaggio alla scoperta della realtà dietro la produzione di una particolare qualità di Parmigiano Reggiano, venuto alla ribalta relativamente pochi anni fa; e grazie alle sue caratteristiche uniche e alla maestria di alcuni casari il prodotto stesso è riuscito a dare lustro a piccole realtà artigianali e a far prosperare alcune comunità montane degli Appennini.